L’incontro nazionale di Cattolica è diventato il momento in cui si aggiunge lievito nuovo alla pasta o, se volete, il luogo in cui il lievito vecchio si rimette in moto. Tutti noi, che per un disegno divino che trascende la nostra umana comprensione, siamo parte dell’Intercomunione conosciamo bene la potenza enorme che sprigiona o che può sprigionare dal Sacramento del matrimonio nelle più diverse condizioni di vita, dalle più liete alle più tristi, dalle più piacevoli alle più dure. Ebbene, quando ci riuniamo a Cattolica si avverte un convergere di tutta questa potenza sacramentale in uno stesso luogo! Matrimoni che vogliono diventare santi, famiglie che vogliono diventare sante e che vogliono lavorare perché altre lo siano! Non c’è nulla di scontato in questo, nulla di scontato nel significato che l’incontro di Cattolica sta assumendo sempre di più: si percepisce in maniera tangibile in tutte le famiglie che partecipano una profonda passione per la propria vocazione e il desiderio forte di darsi da fare perché la stessa passione incendi i cuori tiepidi o infreddoliti o addirittura congelati di tante persone che ci circondano.È questa la bellezza che ci contraddistingue ed è questa la nostra forza: è l’eredità dell’ardore di P. Raimondo, che si respira a pieni polmoni quando siamo insieme. E questo ci rigenera e ci da un impulso nuovo, anche se arriviamo lì malconci come un vecchio calzino bucato (che è più o meno come ci sentivamo noi…)

Ascoltare ogni anno coppie nuove che si avvicendano in cattedra per relazionare sul tema è edificante ed incoraggiante allo stesso tempo: si scopre la ricchezza celata in ciascuna coppia mentre ci si compiace di capire quanto grande sia la competenza che, tutti insieme, abbiamo acquisito negli anni sulla tematica della famiglia e del sacramento del matrimonio, di cui la chiesa attuale ha sete. Profondissima sete! Durante l’ultimo Gaver con P.Raimondo, dopo una lunga chiacchierata con lui, ho avuto fissa nella mente un’immagine, per tutta la settimana: una landa deserta, terra talmente arida che si spaccava e poi, d’improvviso, una dopo l’altra, imponenti colonne sorgere da terra dando un’identità a quel luogo prima così desolato e anonimo. E finalmente, a Cattolica quest’anno, mentre dalla nostra posizione un po’ marginale e molto diversa dal solito (perché la malattia ci ha donato uno sguardo diverso sulle cose e sulle persone, una prospettiva oserei dire privilegiata per osservare il mondo) guardavamo ad una ad una le coppie presenti, ecco che quelle imponenti colonne hanno iniziato a prendere un volto e quel luogo arido, che spesso sono le nostre stesse parrocchie o gli ambiti nei quali si dipana la nostra quotidianità, è diventato più accogliente, è diventato più casa. Quelle colonne sono le nostre famiglie, siamo noi coppie, sono i nostri gruppi!!!

Così, crediamo che il momento del confronto sul servizio che nelle diverse regioni alcune coppie cominciano ad offrire al di fuori dell’Intercomunione sia stato davvero utile: sì, perché molti non hanno ancora il coraggio di lanciarsi, molti hanno provato, ma hanno incontrato realtà ostili, panorami sconfortanti e avevano bisogno di nuovo vigore, avevano bisogno di sapere che da qualche parte anche altri stanno vivendo disagi simili, se non peggiori, avevano bisogno di una pacca sulla spalla da una mano amica, che conosce i sacrifici di un servizio di questo tipo. Lo stesso vale per il confronto sul percorso affrontato durante l’anno nei vari gruppi di Intercomunione: la testimonianza della Svizzera parla chiaro. Non basta sentirsi parte di una famiglia, ogni tanto bisogna ESSERLO.

Non ultimo il momento della preghiera: se Gesù è in mezzo a noi come coppia di sposi, quanta presenza di Gesù si genera in mezzo a noi quando preghiamo insieme?! Noi ne siamo testimoni perché ci ha investito in pieno quando avete pregato tutti per la guarigione della nostra famiglia dal linfoma (sì, perché quando si è famiglia non è un membro che viene colpito, ma è tutta la famiglia ad essere ferita). Piccole chiese domestiche che fanno traboccare la potenza d’amore che esse generano al di fuori delle loro mura domestiche.

Cattolica è stato tutto questo.

Nuove consapevolezze, nuovi orizzonti, nuovi legami di amicizia, nuove benedizioni. Il fiume di grazia che investe la nostra amata Intercomunione passa anche per Cattolica.

Un abbraccio in Gesù, unico nostro Signore

Mirko e Sandra