Buongiorno carissimi!
Spero stiate bene…e ancora un GRAZIEMEGA per qs grande lavoro di apostolato che state portando avanti con l’aiuto di Dio!

Ieri sera x grazia, dopo tempo, siam riusciti a ritagliarci 3 ore con cena fuori inclusa, con mio marito e riflettevamo sull’importanza del famoso quinto pilastro, la socialità, quel punto che più ci ha colpito durante il corso a settembre.
E in particolare due aspetti:

1) di quanto sia importante che ogni tanto andiamo a mangiare fuori (che io ho sempre considerato una perdita di soldi da quando sono sposata, perché oltetutto faccio da mangiare meglio🙈)

2) di quanto sia importante preparare quel momento.

Riguardo al primo punto affinché impariamo lo stare a guardarci negli occhi restando a tavola e, al contempo, di vederci/considerarci coppia in mezzo agli altri (dunque provando a coltivare, non senza fatica, quei gesti d’affetto che caratterizzano la coppia e che non solo fan bene al cuore della coppia stessa, ma anche ai cuori di chi ci guarda e mi riferisco a: sguardi puri, il prendersi per mano, la complicità).
Riguardo al secondo punto di come qs momento vada preparato (non aspettando l’ultimo momento possibilmente) a partire dalla scelta del vestiario x es. e ancor più della preghiera e del pensare alle cose belle da dire al ns sposo. ..
E per qs ultimo punto occorre veramente che la ns memoria si alleni al ringraziamento previo (cosa che mi è stata veramente difficile durante la giornata perché se prima ero felice di qs momento finalmente per noi, poi piano piano è stato uno spegnersi visto i continui ritardi del marito).

Dico qs perché dopo 3 quarti d’ora a cercar parcheggio ed essere riusciti finalmente ad entrare in ristorante, una volta seduti, ho fatto veramente fatica a stargli vicino e ho fatto un po’ la preziosa, non nel senso di farmi desiderare, ma nel senso che facevo difficoltà a trovare cose belle da esprimergli e quindi parlavo un po’ da “insuperbita”.
A sorpresa lui stesso mi ha invitato a saper aspettare perché la serata non era ancora finita e infatti, una volta ritornati in auto, ho ricevuto una bella lettera da parte sua, letta la quale, siamo convenuti nel dire che è molto meglio adesso rispetto a quando eravamo fidanzati.
E quanto è vero che, se agiamo di volontà (e non di sentimento) Dio guarda a quello sforzo e ci fa grazia!
È proprio bello essere sposi in Cristo😍

GRAZIE GESÙ!

Barbara ed io siamo da poco tornati da Angolo Terme in provincia di Brescia. Abbiamo partecipato ad un week end davvero sorprendente. Un corso rivolto alle coppie cristiane ma dove non si è soltanto pregato ma si è affrontata la relazione a 360 gradi, anche dal punto di vista sessuale. Per me è stata una scoperta di tante cose che non conoscevo. Dialogo e sesso sono due dei temi che in assoluto creano più difficoltà agli sposi. Per questo è’ stata una grande benedizione partecipare al week end “Come sigillo sul cuore” organizzato da Intercomunione delle famiglie, dove Barbara ed io abbiamo appreso tanto dell’essere sposi. Ci siamo messi a nudo nelle nostre difficoltà matrimoniali, e abbiamo pregato mettendo tutte le nostre difficoltà nelle mani di Dio, in particolare durante una adorazione guidata molto intensa.

Come dicevo il dialogo è uno dei punti che spesso manca, perché presi dai fatti della vita, dalle dinamiche della famiglia, si trova il tempo per tutto tranne che per parlare con il proprio coniuge. Un marito, la sera del sabato, durante il momento di condivisione tra noi uomini, ha raccontato che la moglie lo voleva lasciare perché lui a parte il lavoro non aveva mai tempo per lei e lei invece cercava il dialogo. La sua risposta è stata immediata: partecipare al week end, pubblicizzato sui social e dal blog matrimoniocristiano, per seminare una rinascita nel dialogo. E’ incredibile come tutti abbiamo gli stessi problemi di dialogo, sia gli sposi novelli, sia gli sposi di lunga data. Naturalmente anche mia moglie ed io abbiamo problemi di dialogo, non si riesce mai a trovare il tempo per stare insieme e parlare solo di noi.

Noi siamo due missionari non abbiamo figli naturali, ma occuparsi di una comunità che accoglie 600 persone in difficoltà, ti riempie il tempo e la sera arrivi sfatto e non riesci nemmeno ad alzare un braccio. Ma il problema è di tutti, chi ha figli ha le stesse dinamiche, non riesce a ritagliarsi il tempo per il dialogo e devo dire che, sapere che tutti abbiamo lo stesso problema è confortante, non ti senti solo. Ancora più bello è stato sapere dai nostri “educatori” di Intercomunione che si possono trovare tante soluzioni per stare insieme, anche solo buttare la spazzatura insieme e attardarsi quei dieci minuti e parlare con l’altro. Organizzarsi con i familiari (genitori e fratelli o sorelle) o un baby sitter per farsi tenere i figli e quindi prendersi uno o più giorni per stare insieme come sposi. Il consiglio è di trovare almeno uno spazio settimanale dove abitare la coppia. Anche noi, abbiamo difficoltà a lasciare la missione, specie mia moglie, che ha tutti impegni fissi con la spesa delle persone in difficoltà, ma bisogna staccare e farsi sostituire per seminare nel nostro rapporto sponsale. Bata capire che è importante ed organizzarsi. Qui la parola di Dio ci viene in aiuto: Genesi 2,3 “Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta.” Il nostro riposo deve essere il dialogo, l’amore, il custodire la bellezza e la forza di essere sposi cristiani.
Ci è stato detto che bisogna ogni giorno serbare il nostro rapporto con gesti di tenerezza, corteggiando il proprio sposo o sposa, avendo cura del proprio aspetto per donarsi al proprio coniuge. Quindi dobbiamo imparare che, come mettiamo tanto impegno in tutte le cose che facciamo, dobbiamo sforzarci nel volere bene al nostro sposo/a con gesti quotidiani concreti. Il matrimonio va curato, il nostro sposo/a in Cristo è la persona che abbiamo scelto per la vita e quindi ogni giorno va coltivato.  Altra cosa che dobbiamo capire è che siamo molto diversi e che le nostre diversità vanno accolte, con l’aiuto determinante della preghiera quotidiana, le opere di carità e anche dal digiuno; la fede in Cristo deve essere la nostra roccia e la nostra misericordia. Sono stati tanti i temi snocciolati, ma altro nodo è stato l’amore tra coniugi, si è analizzato come sia importante il corteggiamento e la tenerezza. I preliminari, in particolare per le donne ma non solo, sono fondamentali. E’ strano dirlo ma non è scontato. Tra noi uomini sì è notato quanti danni fa la pornografia, che ti insegna tante dinamiche sessuali fasulle. La pornografia inquina la vista, i comportamenti, Distrugge la tenerezza che è fondamentale per entrare in sinergia con la propria moglie e per arrivare piano piano al rapporto completo.

Anche qui, durante la condivisione, ho raccontato che da ragazzo mi sono educato sessualmente con i giornaletti pornografici, e come me tanti. Adesso, è addirittura più facile con i siti porno ovunque facilmente raggiungibili. La pornografia diventa un rifugio dai momenti di crisi, quasi come una finestra di libertà. In realtà di libertà non ce n’è nei siti pornografici, ma sono una vera e propria gabbia che ti diseduca ad incontrati con tua moglie, basando il rapporto solo su un amplesso sempre più distaccato e aggressivo. Ho capito che ogni volta che ci colleghiamo ad un sito porno ci allontaniamo da nostra moglie, distruggendo la nostra originaria idea di amore consegnateci da Dio, che rispetta i tempi femminili e ci chiede comunione e non trasgressione.

Uno dell’equipe ha raccontato come sulla spiaggia, durante le vacanze concluse da poco, avesse incontrato tante ragazze giovani (che potevano essere sue figlie) in tanga che lo attiravano sessualmente. Ciò gli ha inquinato lo sguardo, non riusciva più a vedere e desiderare la moglie come prima. Moglie che non poteva competere con quei corpi perfetti. E’ stata questione di poco tempo poi si è riappropriato di uno sguardo capace di scorgere la bellezza della moglie che non è solo un corpo ma una persona fatta di tanto altro. Ho capito che il cambiamento deve partire da noi sposi cristiani

TESTIMONIANZA CORSO
“COME SIGILLO SUL CUORE”
9-11 SETTEMBRE 2022,
INTERCOMUNIONE DELLE FAMIGLIE.

“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore produce molto frutto” (Gv 12, 24-26)

Era esattamente l’11 settembre 2021, avremmo dovuto presenziare a qs corso che dava il “tutto esaurito”, mentre all’epoca il buon Dio ci volle a dare testimonianza di Sè durante il pellegrinaggio Famiglie della Liguria. Da qs Parola di verità partiva il ns ringraziamento a Dio, versetto nel quale facevamo memoria di quanto Dio ci avesse voluto bene e di come desse misteriosamente senso alle ns giornate.
A un anno di distanza e con 3 figli piccoli al seguito, sempre più stanchi rispetto all’anno scorso, quantomai assetati di bere alla Fonte d’Acqua Viva, il Signore ci ha fatto la grazia di richiamarci sul Tabor e partecipare a qs edizione di “Come sigillo sul cuore” per darci ulteriore prova della Sua fedeltà.
Mio marito ed io siamo differenti, per lui le cose vanno bene in fin dei conti, lui pensa che ci si debba anche accontentare nella vita esaminando ciò che si ha e questo è corretto in linea di principio. Io invece tra i due, sono quella che sente il bisogno di movimento, di una continua tensione verso l’Alto (e l’altro, il mio prossimo).
Così durante l’adorazione, il Signore non ha indugiato nel donarci una Parola, programmatica a ben giudicare, dalla quale ripartire una volta terminato il corso:
“Il matrimonio sia tenuto in onore in tutte le cose. E il talamo sia incontaminato. (…) Infatti Egli ha detto: Io non ti lascerò mai né ti abbandonerò” (Ebrei 13, 4-5).

A onor del vero gli argomenti trattati non ci erano nuovi del tutto, ma l’approfondimento di quelli che sono i 5 pilastri del matrimonio naturale (unicità, indissolubilità, fedeltà, fecondità, socialità), la condivisione di coppia e il rimetterci alla presenza di Gesù Eucaristico con il ns tutto e il ns niente, ci hanno ridato respiro e parole per saperci ri-definire. L’aver preso consapevolezza poi dell’essere Chiesa, perchè i ns dolori e le fatiche del quotidiano non son poi tanto distanti da quelli che vivono altre coppie di sposi, ci hanno sempre più aperto gli occhi sull’importanza del quinto pilastro, la socialità, per farci gustare la bellezza e il senso della condivisione nel camminare insieme verso Cristo.

E di questa Chiesa, quale profeta a Suo nome, padre Luca ci ha ridonato un’immagine bellissima del Crocifisso, restituendoci il senso di quel “Svuotò sè stesso” (cfr. Filippesi 2,7) riferito a Cristo e poi a noi sposi, i quali, nell’unione, rendiamo vivo e attuale il sacramento del matrimonio. Spesso, bene, anzi meglio, come ci è stato declinato nei frutti della corte continua, ossia di un corteggiamento perenne, fatto di tenerezza (non tenerume!) e di sguardi, di un amore casto (cioè pulito, libero dall’avidità degli occhi e dai danni della pornografia), che in fin dei conti è davvero quello che il ns cuore desidera. Fare l’amore in pienezza facendo uso dei metodi naturali per vivere le cose di Dio… da Dio!

Scopo del matrimonio è far felice l’altro e lo esperimento tutte le volte che dò il massimo, per e con amore, anche quando cucino un uovo al tegamino! E come diceva Santa Teresina del Bambin Gesù (la cui immaginetta è la terza volta che prova a fuoriuscire dalla Bibbia, forse forse affinchè io la legga): “Amare è dare tutto, è dare sè stessi!”.
E se lo dice lei che è patrona delle missioni, sappiamo quale sia la ns…

E così, con il desiderio di non sprecare tutto il bene seminato e ricevuto in qs giorni, ripartiamo dal ns quotidiano, grati a Dio per le porte che ci aprirà e le famiglie con cui cammineremo, ben sapendo che lo Sposo è con noi e che Maria ci copre con il Suo manto! Allelujah!

Marina & Antonio

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